La forza della comunicazione:

come l’inaccettabile diventa accettabile

Associazione culturale Radici
3 min readMay 3, 2022

Quanto è potente il linguaggio nel veicolare determinati messaggi? Come la scelta di precise, specifiche parole può effettivamente influenzare la morale di una società?

Quasi sicuramente a questi interrogativi la maggior parte degli individui risponderebbe che sì, tra televisione, giornali e nuovi mezzi d’informazione, c’è un’alta percentuale della popolazione che viene plagiata; bensì, si tratta di un problema che riguarda gli altri, loro certo sanno discernere e ragionare con la propria testa: sono sempre altri a venir influenzati (e guarda caso proprio coloro che hanno un’opinione diversa rispetto a quella pubblicizzata in continuazione).

Eppure in questi ultimi due anni più che mai si è assistito alla c.d. Overton Window, un modo sistematico di relazionarsi e dialogare con chi ascolta volto a plasmare, a poco a poco, in maniera quasi impercettibile, le coscienze; tale schema di comunicazione fa sì che attorno ad un fenomeno inizialmente impensabile si apra un dibattito (cioè già se ne mette in dubbio la non-opportunità), il cui risultato è l’individuazione di eccezioni razionali e accettabili per approdare alla consacrazione nella politica statale, ovvero la legalizzazione.

Potrebbe sembrare fantascienza, tuttavia si tratta di vera e propria ingegneria del pensiero, di “strategia della gradualità” (come la definì Noam Chomsky) ed il suo più ampio campo di prova è proprio quello dei temi etici, i più importanti, quelli che riguardano i diritti fondamentali ed inviolabili dell’individuo, posti alla base della società e dell’umanità stessa.

Il prossimo 22 maggio la L.194 compirà 44 anni ed in questo circa mezzo secolo di (non) applicazione è ben visibile il pendio scivoloso a cui ha portato la diatriba sull’aborto; innanzitutto, proprio quest’ultimo termine, “aborto”, e la sua eliminazione dal testo di legge dimostra come esso sia il frutto di una strategia studiata a tavolino. Infatti, sempre secondo lo schema della finestra di Overton, un passaggio fondamentale è quello di mutare nome al concetto che si vuol rendere plausibile al fine di scollare nell’imaginario sociale il contenitore dal contenuto (così come succede per l’eutanasia e l’utero in affitto, che diventano morte volontaria medicalmente assistita e gestazione per altri).

Tuttavia, nonostante nella norma stessa letteralmente si parli di “interruzione volontaria di gravidanza” che può essere richiesta dalla donna in casi tassativamente precisati e previ passaggi (sistematicamente saltati), tutti si riempiono la bocca in difesa di un diritto all’aborto che in realtà nemmeno esiste, ed è sufficiente prendersi la briga semplicemente di leggere il testo della norma per rendersene conto, anziché affidarsi agli slogan.

Nel merito dell’illiceità di questa pratica omicida già si era entrati in un precedente articolo, il punto su cui si vuole far luce in queste righe è come, in maniera subdola e occulta, venga manipolata la percezione della realtà degli individui; analizziamo formalmente ciò che è avvenuto con l’aborto: si è partiti da un’idea inaccettabile (l’uccisione di un bambino nel grembo materno) che diventata oggetto di dibattito politico-culturale, iniziando a ritenerla ammissibile in alcuni casi, finendi con il legalizzarla.

Ma dove ha condotto tutto questo? Bisogna rendersi conto che tale meccanismo apre la strada ad una continua rivalutazione ed estensione del concetto inizialmente intollerabile e l’unico modo per arrestare il processo è comprendere ciò che sta accadendo nel mondo. Una bugia detta cento, mille, un milione di volte diventerà accettata ma non sarà mai Verità.

Noi crediamo profondamente questo: non sono gli individui a dover plasmare le proprie credenze ai cambiamenti esterni, bensì sono le coscienze degli individui a dover modellare il mondo per permettere alla Verità di esprimersi!

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